La disuguaglianza regionale dei redditi in Italia (1987-2014)

02 Pubblicazione su volume
Arezzo Maria Felice, Strangio Donatella

Secondo le indicazioni che si ricavano dalla World Value Survey (WVS)1, gli italiani avrebbero una sensibilità per i temi dell’uguaglianza più marcata rispetto a quella degli altri Paesi. Inoltre, in Italia è diffusa l’idea che l’impegno personale sia poco rilevante per ottenere un successo economico, mentre avrebbero una maggiore incidenza la fortuna e le relazioni familiari. In quest’ottica, coloro che ritengono che la fortuna e i genitori abbiano un peso rilevante, sono più propensi a considerare forme di intervento dello Stato per limitare la disuguaglianza. L’opposto si verifica per coloro che ritengono che il successo dipenda dall’impegno e che la povertà sia dovuta alle scelte libere degli individui. Eredità e doni ricevuti dalla famiglia di origine sono considerati alla base della ricchezza di un individuo. A tal proposito, secondo stime riferite al 2002, i trasferimenti ricevuti sotto forma di eredità e donazioni rappresentano una quota consistente della ricchezza netta delle famiglie. Anche i capital gain, cioè le variazioni di valore delle attività, sono utili per spiegare la distribuzione di ricchezza tra gli individui: se da un lato si può sostenere che i capital gain derivino dalla volontà dell’individuo di rischiare il proprio capitale investendo, dall’altro lato va riconosciuto che essi sono il risultato di eventi casuali, imprevedibili (come un pacchetto azionario comprato nel momento giusto, un’abitazione acquistata dove probabilmente sorgerà una metropolitana o verrà costruita qualche infrastruttura che farà aumentare il valore dell’immobile). Alcuni studi hanno dimostrato che i redditi da lavoro sono a loro volta influenzati dalle condizioni della famiglia di origine. Questo perché i figli di persone istruite tendono ad essere ben istruiti a loro volta e hanno una tendenza a scegliere le professioni dei padri, sia per poter giovare di un ambiente che agevola la formazione in quella direzione sia per sfruttare la rete delle conoscenze dei genitori. Infine, si deve prendere in considerazione anche il caso che, purtroppo, alcuni elevati livelli di ricchezza possono anche derivare da una diffusa evasione fiscale o da attività criminose. L’Italia è tra i Paesi europei quello con uno tra i più bassi livelli di mobilità intergenerazionale. Tra i fattori che ostacolano tale mobilità si riscontrano: a) Il ruolo assunto dalla famiglia; b) La diffusione della piccola impresa; c) La presenza di ordini professionali che limitano l’accesso ai non facenti parte della categoria; d) Avanzamenti di carriera legati all’anzianità e non al merito. In un tale contesto, utili sarebbero le azioni volte ad accrescere le opportunità dei singoli e a ridurre l’importanza della famiglia d’origine; alcune tra queste politiche potrebbero essere le politiche dell’istruzione, quelle per il rispetto della legalità, una maggiore concorrenza e una riduzione delle barriere all’entrata presenti in numerosi lavori. Gli obiettivi del presente lavoro, alla luce di queste considerazioni, sono: (a) comprendere la dinamica della disuguaglianza di reddito in Italia dal 1987 al 2014, a livello regionale.

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