Nell’abbraccio dei recinti. Scavi e configurazione dei margini dell’area archeologica centrale di Roma fra Ottocento e primo Novecento

01 Pubblicazione su rivista
Esposito D., Pancaldi C.
ISSN: 1121-2373

La lettura delle principali fasi degli scavi condotti nell’area archeologica centrale di Roma fra Ottocento e primo Novecento permette, contestualmente, di risalire alle vicende costruttive dei recinti, strutture al margine fra la città antica e quella moderna. In questo periodo, le prime staccionate in legno sistemate sulle scarpate irregolari verso il Foro Romano, vengono sostituite da parapetti e cancellate in ferro posti a completamento dei muri di sostegno delle strade contermini ai bacini di scavo. Il loro uso, le tipologie e i materiali scelti testimoniano il modificarsi delle esigenze conservative e di sicurezza con l’ampliarsi degli scavi e l’abbassarsi dei livelli. Superato, ad esempio, il problema del passaggio veicolare nel Foro Romano, alla fine dell’Ottocento si dovettero risolvere le questioni della possibile caduta dall’alto nei bacini di scavo, dell’uso di quest’ultimi come discariche a cielo aperto, del controllo e protezione delle persone e dei monumenti, soprattutto, nelle ore notturne. Aspetti che, uniti all’aumento dei fruitori, suggerirono di sistemare nuove recinzioni fisse, di modificare la generale accessibilità e visibilità dell’area, di introdurre l’ingresso a pagamento. La conoscenza dei presupposti ideologici che orientarono tali scelte, al margine della città contemporanea, vuole infine contribuire a fornire ulteriori strumenti al tema, ancora largamente dibattuto, delle ruolo dell’area archeologica centrale monumentale di Roma nella città contemporanea.

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