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Laser scanner Leica
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La ricerca, nata dallo svolgimento di un assegno di ricerca presso il dipartimento, responsabile scientifico il prof. Carbonara e la prof.ssa Esposito poi, è stata realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell’Antichità della Sapienza, nell’ambito del programma Grandi Scavi Archeologici con la direzione della prof.ssa Clementina Panella.
Nel 1826 Joseph Nicéphore Niépce, dopo una attesa di otto ore di esposizione, ottenne la prima immagine con una macchina fotografica. Da allora, grazie agli incredibili sviluppi in ambito meccanico, ottico, geometrico, matematico, informatico, le fotocamere sono divenute uno strumento essenziale per gli studiosi dell’architettura e della archeologia, garantendo la possibilità di memorizzare su un supporto fisico una versione semplificata ma attendibile delle informazioni visibili all’occhio umano.
Il binomio archeologia e restauro richiama molteplici scenari e rimanda a percorsi di ricerca e lavoro aperti nel tempo. Prodotti entrambi dell’idea, maturata con l’Illuminismo, di considerare i resti materiali come documenti unici del passato ed entrambi alla costante ricerca di un equilibrio fra specificità metodologica e necessità di confronto disciplinare, archeologia e restauro s’incontrano e coniugano i loro interessi attorno a temi talvolta affini, risentendo spesso dei medesimi conflitti.
La lettura delle principali fasi degli scavi condotti nell’area archeologica centrale di Roma fra Ottocento e primo Novecento permette, contestualmente, di risalire alle vicende costruttive dei recinti, strutture al margine fra la città antica e quella moderna. In questo periodo, le prime staccionate in legno sistemate sulle scarpate irregolari verso il Foro Romano, vengono sostituite da parapetti e cancellate in ferro posti a completamento dei muri di sostegno delle strade contermini ai bacini di scavo.
Le emergenze archeologiche nell’antico Orto dell’Abbazia di S. Paolo fuori le Mura, portate alla luce definitivamente nel dicembre 2009, testimoniano la fase di sviluppo architettonico e monumentale dell’insediamento sorto intorno alla Basilica dalla tarda antichità all’età moderna. Le strutture emerse dagli scavi condotti dai Musei Vaticani (sotto la direzione di G. Filippi) e dal Pontificio Istituto di Archeologia cristiana (sotto la direzione di L.
Oggi il dialogo fra realtà materiale delle preesistenze, lettura e interpretazione e conservazione cerca naturalmente il confronto, in uno scambio sicuramente interdisciplinare, con gli studi storico-architettonici e di storia della città; dall’analisi, attraverso l’interpretazione, si possono individuare, con la necessaria consapevolezza, le operazioni volte alla conservazione e alla presentazione delle emergenze dello scavo archeologico.
Lo studio, inizialmente focalizzato sull’ambito urbano soprammesso al Foro di Traiano, si è poi esteso, cronologicamente e geograficamente all’intera zona dei Fori Imperiali. La metodologia, basata sul reperimento dei rilievi della maggior parte degli isolati componenti il tessuto urbano e su un’ampia documentazione archivistica, ma aperto a tutte le pertinenti contaminazioni interne e vicendevoli, ha contribuito a ricomporre le fasi diacroniche di sviluppo dell’area dal momento dell’abbandono delle imponenti strutture imperiali sino alle demolizioni del secolo scorso.
The Imperial Fora are a monumental area that shows all the complexity of the historical stratifications and, at the same time, the damages brought to an archaeological and urban ensemble of great value, because of many operations managed in unembarrassed way, without precise programs nor adequate projects. The campaign of excavations made in 1998-2000, even if was finalized to the certain identification of the imperial structure there buried, has brought again the attention to that building tissue of very high historical interest that during the centuries overlapped to them.
il contributo rilegge in alcune tavole di Piranesi, quelle più archeologiche, le ampie conoscenze costruttive possedute dall'architetto incisore che fanno riferimento alle informazioni desunte da Vitruvio ma che si avvalgono anche delle dirette esperienze dell'autore, sia perchè formatosi in un ambiente familiare dedito alla lavorazione delle pietre, sia per le letture nelle maggiori raccolte romane sia per la diretta acquisizione sui monumenti che rileva con accurata consapevolezza.
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