La conquista normanna dell'Italia meridionale innesca una profonda ristrutturazione degli assetti istituzionali e dell'organizzazione ecclesiastica. Fino alla costituzione del Regno, tuttavia, il quadro rimane caratterizzato da una moltitudine di potentati feudali cui a stento Roberto il Guiscardo riesce a imporre una qualche forma di coordinamento. Questa condizione si riflette in un panorama architettonico, diversificato nelle dinamiche della committenza e negli orientamenti culturali.
In questo quadro assumono una grande rilevanza le imprese costruttive promosse direttamente dai vertici della nobiltà normanna sullo scorcio dell'XI secolo, concepite con intenti celebrativi del potere dinastico. Ad enfatizzarne il significato sono scelte architettoniche innovative rispetto alle consuetudini locali, che richiamano modelli di derivazione normanna.
Particolarmente significativa è una serie di edifici dotati di cori deambulati e cappelle radiali, che vedono la luce in Campania e in Basilicata. Un importante nucleo di architetture viene inoltre realizzato per volontà di Ruggero d'Altavilla nei suoi possedimenti calabresi. Anche in questi edifici l'influenza di modelli provenienti dalla Normandia è evidente, soprattutto nei blocchi presbiteriali, ed è probabilmente da mettere in relazione con l'opera di monaci normanni e dell'abbate Robert de Grandmesnil.
Nonostante gli studi compiuti su singoli edifici e sulla contea calabrese, molti aspetti di queste iniziative e dei loro esiti architettonici rimangono ancora da definire. La ricerca si propone di delineare una aggiornata lettura critica del fenomeno, condotta sulla base di una ricognizione della bibliografia e delle fonti disponibili, oltre che su verifiche dirette sulle fabbriche e confronti puntuali, anche al fine di precisarne la cronologia. Approfondimenti saranno inoltre dedicati all'individuazione delle fonti architettoniche, attraverso indagini dirette sulle architetture realizzate in Normandia nell'XI secolo.