A distanza di venticinque anni dalla sua comparsa, il libro: "Il tempio di Apollo in Circo e la nascita del linguaggio architettonico augusteo" non ha perso nulla della sua importanza e le tesi in esso sostenute sono non soltanto ancora valide, ma hanno costituito il fondamento di una ripresa di studi sull'origine dell'architettura marmorea romana, che a sua volta è stata la base dell'architettura occidentale degli ultimi duemila anni. Si è fatta perciò sempre più necessaria un'edizione in inglese del libro, che permetta l'aggiunta di una meditata replica alle (poche) osservazioni avanzate nel merito in questi anni, per dare conto di un proseguire degli studi che ha sostanzialmente confermato il quadro storico e il contesto artistico che hanno determinato la genesi di questo edificio, unico fra i tanti restaurati da Augusto dopo il decreto senatorio del 27 a.C., che lo incaricava di restaurare i templi di Roma, abbandonati o danneggiati a causa delle guerre civili. Si prevede perciò l'esecuzione di nuove ricostruzioni 3D dell'architettura interna del tempio, che permettano l'inserimento nella compagine architettonica anche delle sculture che, per comune ammissione degli autori antichi, vi erano state esposte Si sottolinea che il tempio di Apollo in Circo, per un caso straordinario, conserva, pur se non in situ, una campionatura pressocché completa della sua decorazione architettonica in marmi bianchi e colorati, che lo rende l'esempio meglio noto di edificio templare di età augustea, e secondo soltanto al Pantheon (che tuttavia ne costituisce una derivazione). La verifica scientifica della ricostruzione a suo tempo operata dallo scrivente, l'integrazione all'architettura del relativo patrimonio scultoreo (possibilità praticamente unica nel quadro dell'architettura romana) e la pubblicazione in inglese (da più tempo reclamata dalla comunità degli studiosi) costituiscono un necessario addendum ad una ricerca d'eccellenza.