Il progetto si propone di rileggere il teatro e altri testi di Pirandello alla luce del rapporto con pensatori e autori che hanno implicazioni con la sfera etica, da Goldoni a Shaw, per ricostruire la biblioteca morale dello scrittore. Quest'ultima va intesa secondo un'accezione ampia: non solo i libri posseduti e postillati dall'autore di cui resta traccia presso la sua ultima abitazione (Istituto di Studi Pirandelliani, Roma), ma le letture dei numerosi libri dispersi. Parallelamente si avvierà la compilazione di un Lessico pirandelliano che parta da lemmi ritenuti fondamentali all'interno della nostra prospettiva: coscienza, virtù, apparenza, maschera, società, bestia, critica, compassione, umanità, satira, colpa, tribunale, teatro, responsabilità, delitto, punizione, distruzione, legge, moralità, "delitti innocenti", "leggi morali" ecc. Nella ricerca vanno indagate anche l'esperienza di spettatore maturata sin dagli anni giovanili e l'assimilazione dei dibattiti culturali degli anni 1890-1930, grazie a recensioni, interventi, polemiche presenti in molte riviste in cui pubblica lo stesso Pirandello (La Tribuna, La Lettura, Comoedia, Il Convegno, Revue des deux mondes, ecc.). Rientrano nel nostro concetto di biblioteca morale sia opere di filosofia pratica meditate da Pirandello (Erasmo, Montaigne, Pascal, Kant, Fichte, F. Schlegel, Nietzsche, Schopenhauer, ecc.) sia testi letterari e teatrali che svelano connessioni con la dimensione morale mediante la rappresentazione della condizione umana nel porre, in modo implicito, interrogativi fondamentali sulla virtù, la colpa, la responsabilità, l'apparenza, il libero arbitrio, la volontà, l'illusione, la scelta, le leggi morali, l'etica convenzionale. Fra gli scrittori, una prima selezione rinvia a Goldoni, Lessing, Goethe, Leopardi, Zola, Dostoevskij, Ibsen, Shaw, sinora poco studiati dalla nostra prospettiva in rapporto ai testi creativi di Pirandello, con alcune eccezioni segnalate nello stato dell'arte.