La ricerca proposta ha come principale obiettivo la caratterizzazione di frane sottomarine e flussi gravitativi sedimentari in aree geologicamente attive, utilizzando come aree di studio i margini continentali siciliani e calabresi così come i fianchi sommersi degli edifici vulcanici eoliani. Tali aree possono essere considerate dei laboratori naturali per lo studio di questi processi in relazione alla concomitante presenza di numerosi fattori predisponenti ed innescanti, quali una piattaforma continentale/insulare stretta o del tutto assente, fondali acclivi, alti tassi di sedimentazione e sollevamento tettonico, elevata e frequente sismicità, vulcanismo attivo. L'approccio utilizzato sarà multidisciplinare (integrando studi di geologia marina, sedimentologia e micropaleontologia), e si baserà su un ampio dataset di dati geofisici (batimetria, riflettività del fondale e sismica), campionamenti del fondale ed ispezioni visive collezionato negli ultimi 20 anni in queste aree di studio. I risultati ottenuti nelle aree di studio saranno comparati con analoghi moderni presenti in letteratura e con sistemi torbiditici e deltizi fossili al fine di evidenziare analogie e differenze, utili a meglio vincolare i principali fattori che controllano lo sviluppo e la messa in posto dei processi di instabilità gravitativa. Particolare attenzione sarà rivolta alla caratterizzazione delle testate di sistemi canalizzati che arrivano in prossimità della costa, sia per la loro elevata pericolosità geologica (formazione di frane in assetto retrogressivo, che possono minare la stabilità dei settori costieri, e onde di maremoto), sia per la possibilità di trasportare ingenti quantità di rifiuti ed inquinanti in ambienti profondi. Tali risultati sono di significativo interesse scientifico e forte impatto per le ricadute applicative, rientrando tra i principali obiettivi dei programmi finanziati dalla Comunità Europea.