Sviluppo di un modello lagrangiano per il calcolo della dispersione di microplastiche in ambiente marino.
Componente | Categoria |
---|---|
Stefania Espa | Componenti strutturati del gruppo di ricerca |
Paolo Monti | Componenti strutturati del gruppo di ricerca |
Giovanni Cannata | Componenti strutturati del gruppo di ricerca |
Francesco Gallerano | Componenti strutturati del gruppo di ricerca |
Simone Zazzini | Dottorando/Assegnista/Specializzando componente non strutturato del gruppo di ricerca |
Nell'insieme dei rifiuti di materiale plastico, si definiscono microplastiche (MP) le particelle con dimensioni inferiori ai 5mm. A causa delle piccole dimensioni e del peso specifico poco diverso da quello dell'acqua, le MP vengono trasportate in modo quasi passivo dalle correnti marine e sono ormai presenti in tutte le acque naturali del pianeta. L'inquinamento da microplastiche rappresenta una delle più grandi minacce per l'ecosistema marino, perché tende a crescere esponenzialmente come il consumo generale di plastica e le particelle di dimensioni più ridotte possono entrare facilmente nella catena alimentare. L'inquinamento di MP rilevato nel Mar Mediterraneo non è molto inferiore a quello delle grandi "garbage patches" oceaniche, si rende quindi necessario lo sviluppo di strumenti di calcolo per il controllo e la previsione del fenomeno da affiancare alle tecniche di monitoraggio.
Lo scopo del progetto è proprio lo sviluppo di un modello che serva al raggiungimento di questi scopi. In particolare, si prevede lo sviluppo di vari moduli di calcolo che consentano di prevedere sia le emissioni sia la dispersione delle MP. Il modello delle emissioni sarà basato sulla valutazione del carico potenziale di MP prodotto dalla popolazione e sull'individuazione dei siti di rilascio, tenendo anche conto dell'abbattimento che avviene nella fase di trasporto dal punto di produzione al luogo di sversamento nel bacino marino. Il modello di dispersione delle MP sarà realizzato con un algoritmo statistico lagrangiano 3D innovativo. Si svilupperà anche una metodologia per dedurre la turbolenza marina, necessaria al calcolo della dispersione, utilizzando dati ottenibili direttamente dai database Copernicus ed ECMWF. Il modello sarà validato mediante confronto con dati di campionamento delle MP derivanti da campagne di monitoraggio marino.