La fragilità della facilitazione attentiva nell'anziano
Componente | Qualifica | Struttura | Categoria |
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Pietro Spataro | Professore associato | Universitas Mercatorum | Altro personale aggregato Sapienza o esterni, titolari di borse di studio di ricerca |
Dividere l'attenzione tra due compiti porta generalmente a un decremento della prestazione in un successivo test di memoria. L'Attentional Boost Effect, o Effetto Boost Attenzionale (EBA), è una facilitazione attentiva contro-intuitiva secondo la quale, al contrario, svolgere due compiti in fase di codifica migliora la memoria (Swallow & Jiang, 2010). Se si presentano una lunga serie di stimoli, al di sotto dei quali compare un quadrato rosso (target) o verde (distrattore) e si chiede di premere la barra spaziatrice del computer quando compare il quadrato rosso (target monitoring), gli stimoli codificati con i target sono successivamente riconosciuti meglio rispetto a quelli presentati con i distrattori (es. Rossi-Arnaud et al., 2018; Spataro et al., 2013, 2020). È importante notare che gli studi sull'EBA sono stati tipicamente svolti con partecipanti di giovane età (18-35 anni). Ad oggi, solo due studi hanno indagato il fenomeno negli anziani: in un primo studio, l'EBA non veniva evidenziato nella fascia 60-75 anni (Bechi Gabrielli et al. (2018), in linea con l'ipotesi di una riduzione delle risorse attentive legata all'invecchiamento. Tuttavia, uno studio successivo, Prull (2019) ha mostrato un EBA in un campione di anziani, utilizzando un intervallo di ritenzione di soli 2 minuti, anziché 20 min utilizzati negli studi precedenti. Tale risultato suggerisce che l'EBA compare anche negli anziani, ma potrebbe essere più fragile e decadere più rapidamente rispetto alla popolazione giovane. Il presente studio indagherà l'ipotesi della vulnerabilità dell'EBA nell'anziano manipolando gli intervalli di ritenzione e le richieste attentive dei compiti (compito di memoria implicita percettiva). I risultati potrebbero avere importanti risvolti applicativi, permettendo di sviluppare paradigmi di apprendimento in grado di superare il decadimento mnestico che caratterizza l'invecchiamento.