La protezione diplomatica dei cittadini europei da parte dell'Unione: quali cambiamenti per il diritto europeo e per il diritto internazionale?
Componente | Categoria |
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Vincenzo Cannizzaro | Componenti strutturati del gruppo di ricerca |
La ricerca verte sulle implicazioni internazionali che la cittadinanza europea sta acquisendo. Essa intende stabilire quali innovazioni sono intervenute nel diritto europeo e nel diritto internazionale per via della recente azione esterna dell'UE. In base all'art. 20(1) TFUE, ciascun cittadino degli Stati membri dell'UE è cittadino europeo. Tale status comporta più diritti, come quello di circolare sul territorio europeo (art. 20(2) TFUE). Quella europea è però una cittadinanza "interna". Infatti, i Trattati non prevedono una sua valenza nei rapporti tra gli individui e gli Stati terzi. Quindi, l¿Unione non potrebbe occuparsi dei rapporti tra i suoi cittadini e gli Stati che non sono suoi membri. Eppure, nella prassi recente dell'UE vi sono plurimi riferimenti alla protezione dei cittadini europei avverso Stati terzi. Ad esempio, con una nota il Parlamento ha chiesto alla Commissione di chiarire come il Servizio per l'Azione esterna stia trattando con il Marocco per proteggere i cittadini europei accusati di avere oltraggiato alcuni suoi organi (nota E-002750/2021 del 21/5/21), e la Commissione lo ha illustrato (risposta scritta del 19/4/21). Questi atti sarebbero astrattamente riconducibili all'istituto della protezione diplomatica, disciplinato dal diritto internazionale. E tuttavia, il diritto internazionale classico ammette che solo gli Stati possano proteggere i loro cittadini. Esso si è del resto formato quando solo gli Stati conferivano la cittadinanza agli individui. Partendo da queste antinomie, la ricerca intende determinare la base giuridica dell¿azione esterna dell¿UE in tema di cittadinanza. Essa mira a stabilire se, dal punto di vista del diritto europeo, l'azione dell'UE rappresenti un atto ultra vires o praeter legem. Inoltre, la ricerca intende stabilire quali cambiamenti questa prassi abbia innescato nella disciplina internazionale della protezione diplomatica, se abbia ampliato la nozione di Stato, o i poteri delle organizzazioni internazionali.