La pandemia da COVID-19 rappresenta una minaccia notevole per il tessuto sociale ed economico di tutti i Paesi del mondo. La maggior parte degli Stati, al fine di proteggere la salute e la vita delle persone, ha dovuto adottare misure restrittive che, limitando la libertà di impresa e il diritto di iniziativa economica, hanno inciso pesantemente sul settore economico-produttivo e sul mondo del lavoro. In questo contesto appare pertanto necessario individuare soluzioni in grado di mitigare l'impatto sulla tutela dei diritti economici e sociali (c.d. diritti di seconda generazione) causato dalla crisi attuale e assicurare che le misure a sostegno della ripresa economica siano attuate nel rispetto di tali diritti.
La prospettiva di analisi che si intende adottare è, in ragione della dimensione globale dei problemi indicati, quella del diritto internazionale. Libertà di impresa e tutela dei diritti umani sono entrambi ambiti rispetto ai quali le norme e gli istituti del diritto internazionale hanno conosciuto un costante sviluppo negli ultimi decenni. Proprio la contemporanea evoluzione normativa di questi due settori rende però inevitabile l'insorgenza di profili di incompatibilità. È vero infatti che la liberalizzazione delle attività imprenditoriali agevola la crescita economica, ma non è da sottovalutare l'impatto negativo che spesso ne deriva per i diritti umani.
In questa ottica, la ricerca si propone l'obiettivo di esaminare il quadro giuridico internazionale in materia di libertà di impresa e tutela dei diritti dei lavoratori, al fine di comprendere se esso sia adeguato a garantire idonei livelli di tutela e di sviluppo sociale ed economico nel contesto della crisi generata dalla pandemia da COVID-19, un aspetto questo che risulta perlopiù inesplorato, almeno nella sua dimensione internazionalistica, nell'analisi giuridica relativa all'impatto della attuale emergenza sanitaria.