Quello della secessione è uno dei temi classici del diritto costituzionale. Per anni, la dottrina ha dibattuto sull'esistenza di un diritto a secedere da parte dei territori di un ordinamento statale.
I diversi orientamenti hanno subito importanti evoluzioni nel corso del tempo, basandosi sulle indicazioni che le varie prassi hanno fornito, finendo con il confluire - sebbene con differenze persistenti tra le diverse discipline - nel riconoscimento diffuso di un "duty to negotiate", ossia della procedimentalizzazione giuridica di un fenomeno prima considerato eminentemente politico.
Diversi fattori hanno recentemente determinato un prepotente ritorno di attualità del tema della frammentazione territoriale e della separazione tra ordinamenti: la globalizzazione ha ridimensionato l'importanza dei confini degli Stati e ha spinto i territori ad affacciarsi ai mercati internazionali in prima persona, trasformando lo Stato di appartenenza da fattore di protezione a ostacolo allo sviluppo locale.
Le spinte indipendentiste, che sembravano ormai normalizzate, hanno così ricevuto un nuovo slancio negli ultimi dieci anni (Brexit, Scozia, Irlanda del Nord, Catalogna, Ucraina, solo per rimanere in Europa), e sono entrate in stallo per effetto di un'emergenza sanitaria mondiale dalla quale bisogna valutare se ne usciranno indebolite o rinvigorite.
L'obiettivo di questa ricerca è indagare le nuove tendenze in materia di secessione in modo da poter individuare gli strumenti giuridici atti ad evitare la deflagrazione delle situazioni e far sì che le conquiste degli ultimi vent'anni non siano vanificate.
L'approccio è transdisciplinare: l'analisi giuridica è articolata in modo da poter studiare il fenomeno dalle diverse prospettive del diritto costituzionale, comparato, europeo e internazionale. Tale analisi verrà condotta in sinergia con discipline scientifiche esterne all'area giuridica, quali le scienze storiche, le relazioni internazionali e la geografia economico politica.