Gli «insoddisfatti». Un'analisi comparativa delle strategie militari delle potenze revisioniste
Componente | Categoria |
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Gabriele Natalizia | Tutor di riferimento |
Al netto del contributo offerto dal realismo classico alla comprensione degli affari internazionali, la sua interpretazione del fenomeno delle potenze revisioniste, ovvero di quegli stati che optino per obiettivi di mutamento ed alterazione dello status quo internazionale, lascia in un cono d¿ombra un aspetto cruciale. Si tratta della possibilità che la sfida all¿ordine vigente abbia una natura più circoscritta, sotto il profilo squisitamente geografico o sotto quello delle modalità attraverso cui essa prende forma. Anche la distinzione introdotta dalle teorie delle transizioni di potere tra strategie rivoluzionarie e incrementali non si traduce in una disamina teorica ed empirica delle modalità impiegabili dai revisionisti incrementali. Se, infatti, le potenze rivoluzionarie impiegano strumenti chiaramente identificabili come l'espansione militare, la coercizione economica, l'imposizione di modelli culturali o ideologie, la teoria delle Relazioni Internazionali non chiarisce cosa sia da aspettarsi dalle potenze insoddisfatte dello status quo ma non in grado o non intenzionate ad utilizzare mezzi così radicali. Per contribuire a colmare questa lacuna e, quindi, ad una rappresentazione più dettagliata e fedele del revisionismo incrementale, il progetto prende in esame alcuni casi rilevanti di potenze revisioniste incrementali del presente - come la Federazione Russa o la Repubblica Popolare Cinese nel post-Guerra fredda (1991-2020) - e del passato - come il Regno di Sardegna/Regno d¿Italia (1815-1870), gli Stati Uniti (1815-1898), il Giappone dalla fine della Grande guerra all'invasione della Manciuria (1919-1931) , l'Italia e l'Unione Sovietica nel periodo interbellico (1919-1939) - e ne esamina la condotta per quanto riguarda la dimensione militare. A tal scopo, l'analisi condotta è principalmente di natura comparativa.