La figura del Prete Gianni è stata al centro degli studi medievistici fin dall'Ottocento e ha appassionato studiosi di diverse discipline nel tentativo di identificare le figure storiche che si possono celare dietro questo nome o gli ideali che ne hanno ispirato l'invenzione nel cuore dell'Europa delle Crociate. Ma il Prete Gianni è anche un personaggio simbolico intorno alle cui descrizioni si annidano fatti ed esperienze dei secoli successivi, che lo rendono mito portante delle grandi esplorazioni e protagonista dei contatti religiosi e commerciali fra Asia, Europa e Africa attraverso Turchia e Bassa Mesopotamia. Sulla base di tali premesse, questo progetto intende analizzare la figura del Prete Gianni come dispositivo simbolico che agisce in territori di frontiera e promiscuità religiosa, attraverso oggetti, luoghi e abitanti che collegano memorie e fatti del passato a nuove esperienze di contatto, scoperta, conquista, scontro. Tra le storie che parlano del Prete Gianni tra XII e XVIII sec. si tessono trame multiculturali che esprimono credenze religiose diverse, alleanze politiche cangianti e nuove forme di coabitazione lungo le rotte euroasiatiche e nel cuore del Mediterraneo, fin in Etiopia e Nubia, dove la cristianità produce nuove alleati e ridefinisce i vecchi nemici. Con un team di ricerca multidisciplinare il progetto propone un'indagine trasversale sulla base di competenze in grado di esplorare le diverse componenti del cristianesimo tra Asia, Europa e Africa, la dimensione transnazionale dell'immaginario ebraico e islamico, con un approccio storico-critico ai fatti che accompagnano la storia dei viaggi e dei pellegrinaggi in Asia. Per raggiungere tali obiettivi si esamineranno le tassonomie impiegate in diversi contesti culturali, per la demarcazione di confini reali e simbolici attraverso cui la geografia umana intorno all'Oceano Indiano è stata sapientemente configurata come meravigliosa e risemantizzata anche attraverso le storie sul Prete Gianni.