La crisi sanitaria e socio-economica provocata dal virus "Covid-19" rappresenta una enorme sfida per l¿unità dell¿Europa e altresì una verifica della tenuta delle politiche monetarie e finanziarie legate all¿euro. In questo frangente gli Stati membri dell'Ue e le sue istituzioni concordano nel ritenere che l¿Europa è chiamata ad adottare misure di respiro sovranazionale per garantire la stabilità socio-economica dell¿intera area. Questa sfida chiama in causa il principio di solidarietà europeo, che si delinea attraverso il potenziamento degli strumenti di coesione, adottati dalle istituzioni dell'Unione. L'attuale momento storico pone all'Unione la sfida di imperniarsi su un nuovo modo di concepire il principio di solidarietà: non più solo la tradizionale "solidarietà economica" (recte: competitiva), volta a preservare il mercato unico, quale si evince dalla normativa europea di riferimento e dalla giurisprudenza della CGUE, ma un cammino comune degli Stati e delle istituzioni, verso una solidarietà di tipo "politico". Attraverso gli strumenti messi in campo per fronteggiare la pandemia, infatti, si evince un potenziale sviluppo della solidarietà nel processo di integrazione europea, come principio che si assimila all'omologo principio elaborato nell'ordinamento costituzionale, il quale rappresenta non solo un sostegno dei più deboli e dei meno protetti (Fioravanti, Art. 2, 2017), ma anche e soprattutto un indirizzo fondamentale alla base della convivenza civile.
La risposta univoca dell'Europa incontra alcuni ostacoli giuridici e politici, legati anche all'attitudine dei cittadini e di una parte dei politici nei confronti di programmi congiunti di solidarietà. L'approccio dell'Unione è al momento interlocutorio ma l'auspicio è che l'immensa sfida che questa crisi configura diventi un'opportunità per rafforzare l'Europa sociale, in vista di una prossima, futura, Europa politica.