An alternative approach to subaltern urbanism: from opposition to opportunity for inclusive urban planning
Componente | Categoria |
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Rossana Galdini | Tutor di riferimento |
La ricerca mira ad approfondire il tema dell'informal urbanism nelle città contemporanee attraverso l'analisi comparativa di due case studies in Italia e in Brasile. La problematicità intrinseca alla definizione di informalità urbana si lega alla pluralità delle sue manifestazioni e alla specificità dei contesti in cui si sviluppa. Tuttavia, dall'osservazione delle pratiche informali emergono tratti comuni ai diversi ambienti legate al soddisfacimento di bisogni, desideri e aspettative per il generale miglioramento della qualità della vita. Il progetto sottolinea l'opportunità di effettuare un passaggio concettuale, dal subaltern urbanism come opposizione o marginalità ad una posizione che consideri l'informale in una logica di alternativa, creatività e innovazione. L'informalità si confronta con la necessità di superare gli approcci dicotomici che descrivono il formale e l'informale come due entità separate e distinte. La città informale, invece, può essere considerata come un continuum della città pianificata in un rapporto dialogico e di interconnessione. Le pratiche urbane spontanee rappresentano uno strumento euristico che può contribuire all'introduzione di elementi di innovatività nel progetto urbano. A partire dall'analisi dei punti di forza e delle criticità di alcune esperienze informali, la ricerca valuterà l'ipotesi di un flexible urban planning, una logica di pianificazione dello spazio urbano flessibile e aperta al dialogo con le componenti informali, al di fuori del dualismo che contrappone le due categorie. La sperimentazione spontanea può innescare processi di rigenerazione urbana evidenziando le potenzialità di integrazione dell'informalità nelle logiche della pianificazione. Al progetto delle città e dei territori contemporanei è affidato il ruolo di intercettare e interpretare le dinamiche urbane che attraversano i due poli, di prefigurare un disegno degli spazi inclusivo, orientando gli interventi verso una prospettiva di sostenibilità.