Open Design per una città DIY: Una mappatura della produzione romana, tra artigiani, startup e Makers per il rilancio del tessuto produttivo locale e l'innovazione sociale.
Componente | Categoria |
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Lorenzo Imbesi | Tutor di riferimento |
Di fronte alla serie delle recenti crisi globali, dall'abbassamento delle risorse del pianeta alla più recente emergenza globale del COVID-19, l'attuale modello di consumo e produzione porta a mettere in discussione molte pratiche finora in atto ed implementate. Da tempo, numerosi critici e studiosi dell'attuale sistema economico propongono alternative 'laterali' allo sviluppo, attraverso l'applicazione di concetti come la necessaria decrescita di Serge Latouche (2007) in "La scommessa della decrescita", o "Crescita felice" di Francesco Morace (2015). L'approccio quantitativo, secondo questi studi, deve spostarsi verso un approccio qualitativo.
La ricerca vuole esaminare il panorama postindustriale, gli attori su una scena di scala globale e gli effetti che la produzione distribuita ha portato, sta portando e può portare alla filiera produttiva e all'utente. Un contesto con una forte identità e una cultura del `saper fare' che ha permesso, insieme al progresso tecnologico, l'emergere di una figura al di là del Maker. Una figura che solo di recente sta iniziando a dichiararsi per ciò che è in realtà. Non una derivazione della messa in pratica di un trasferimento tecnologico, ma un vero artigiano dell'era digitale. Una figura che si muove ancora in una condizione di ambiguità identitaria, e con lui, anche il potenziale tecnologico della produzione distribuita rischia di sminuire il proprio potenziale. L'artigianato e il post-artigianato hanno forse l'opportunità di cooperare per ottenere un risultato superiore alla somma delle parti.
Un progetto che studi i possibili mutamenti e le conseguenze verso queste dimensioni può essere una soluzione utile a mappare il fenomeno a questo livello, analizzando anche come si possa descrivere una realtà industriale alternativa, a metà tra artigianato e Industria 4.0, e che possa portare con sé quelle caratteristiche di qualità e flessibilità proprie del fenomeno digitale.