La Sila Greca (NE Calabria) reca le testimonianze di diverse fasi deformative, che ne hanno caratterizzato l'evoluzione prima della sua messa in posto a costituire il settore più settentrionale dell'Arco Calabro-Peloritano. Dopo modesti episodi registrati nell'Hettangiano, si inizia nel Sinemuriano con una fase estensionale legata al rifting dell'antico continente ercinico. Le faglie dirette spezzano la successione pre-rift costituita da depositi fluviali (Retico?-Hettangiano p.p. - Sinemuriano p.p.). L'instabilità tettonica si traduce in instabilità gravitativa dei terreni esposti al footwall delle faglie normali, che sono soggetti a fenomeni di crollo con la creazione di depositi megaclastici lungo i neoformati margini di bacino. Ai margini degli alti strutturali si impostano localmente aprons carbonatici, anche con facies recifali come nell'area di Caloveto. Circa 10-12 milioni di anni dopo, nel Toarciano, una seconda fase tettonica maggiore frammenta ulteriormente il bacino sedimentario. Nell'area di Caloveto gli aprons sono minutamente sbloccati, e sprofondano sotto la zona fotica come documentato dall'impostarsi di facies pelagiche tipo Rosso Ammonitico, che sono a loro volta interessate dalla tettonica sinsedimentaria. La complessa topografia sottomarina generatasi viene ricoperta in discordanza da una successione Aaleniano-Hauteriviana. Una sinora poco conosciuta fase di segno estensionale deve essersi verificata nel Cretacico, con lo scoperchiamento di nuovi settori del basamento paleozoico e lo sviluppo di uno hiatus sedimentario sino all'Eocene. I terreni terziari del Gruppo di Paludi iniziano con pelagiti tipo "Scaglia", ma evolvono verso facies megaclastiche nell'Oligocene e Miocene basale. Questi depositi si possono interpretare come sin-compressivi. Successivamente, i depositi del nuovo ciclo sedimentario che sigillano i thrust a partire dal Tortoniano non sono interessati da faglie, ma sono ruotati ad ampio raggio con immersioni verso il Mar Ionio.