Storia della biodiversità forestale dei Balcani durante il Pleistocene attraverso lo studio palinologico del più antico lago Europeo
Componente | Categoria |
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Laura Sadori | Tutor di riferimento |
Gli archivi della vegetazione del Pleistocene in Europa sono caratterizzati da successive perdite di specie arboree. Esse sono dovute alle ripetute migrazioni e riduzioni della copertura vegetale durante il ripetersi dei cicli glaciali e interglaciali. Il lago di Ocrida, posto al confine tra Albania e FYROM a 693 m s.l.m., è il più grande, profondo e antico lago tettonico d'Europa formatosi tra 1,2 e 1,9 milioni di anni fa. Il lago è, ed è stato, un centro di biodiversità e un'area rifugio durante i periodi glaciali, la sedimentazione mai interrotta ha permesso di registrare le variazioni ambientali e della vegetazione durante i cicli glaciali e interglaciali. Grazie ad un finanziamento dell'ICDP (International Continental Scientific Drilling Program) nel 2003 è stato effettuato un imponente campionamento ed è stata raccolta una carota di sedimento dall'impressionante lunghezza di circa 600 m. La carota è stata integralmente studiata dal punto di vista palinologico da un gruppo internazionale di palinologi esperti. La sequenza contiene una serie di tipici taxa Terziari (oggi ancora presenti negli Stati Uniti e in Asia) quali Taxodium e Liquidambar e l'interessante presenza di Cedrus, Tsuga, Carya, Pterocarya, Parrotia, e Zelkova. Il record è datato indipendentemente e ben corrisponde con la Marine Isotope Stratigraphy (MIS). Su questa base ci si propone di studiare l'estinzione di questi taxa per stabilire la relazione tra copertura arborea e variabilità climatica tra graciali e interglaciali e la ricchezza floristica dell'area nel tempo. L'obiettivo è comprendere relazione tra le estinzioni a livello regionale, la variabilità climatica e i fattori edafici locali ad oggi non ancora del tutto chiara.