PERDERE IL TEMPO: ALTERAZIONI DELLA COGNIZIONE DEL TEMPO NELLE MALATTIE NEURODEGENERATIVE

Anno
2017
Proponente Fabrizia D'Antonio - Ricercatore
Sottosettore ERC del proponente del progetto
Componenti gruppo di ricerca
Componente Categoria
Stefano Ferracuti Tutor di riferimento
Abstract

La percezione del tempo è parte essenziale dell'esperienza dell' uomo ed è fondamentale per il funzionamento comportamentale e sociale, e per lo svolgimento delle attività della vita quotidiana. Si può distinguere una rappresentazione oggettiva del tempo, intesa come tempo quantificabile, ed una soggettiva, intesa come percezione soggettiva del trascorrere del tempo. La rappresentazione del tempo ancora oggi rappresenta un costrutto cognitivo non completamente chiarito. Secondo la "Scalar Timing Theory"nella percezione del tempo sono coinvolte molteplici funzioni cognitive, quali la working memory, l'attenzione, la memoria. Studi fMRI hanno individuato i network maggiormente coinvolti nel processo di percezione del tempo, riconoscendo un ruolo chiave al circuito fronto-striatale e ad alcune strutture della regione temporo-mesiale.
E' possibile differenziare la rappresentazione del tempo in relazione al fatto che lo stimolo abbia o meno una sua periodicità interna. La percezione degli stimoli con una periodicità intrinseca è possibile grazie alla presenza di un "beat" regolare, mentre per stimoli senza periodicità è richiesto un processo percettivo unicamente interno al soggetto. Così come la memoria e l'orientamento spaziale, la percezione del tempo può essere compromessa nella Malattia di Alzheimer (MA) sin dalle prime fasi. Studi che hanno indagato questo processo nella MA hanno evidenziato che vi è una minore accuratezza nella stima del tempo nei pazienti rispetto ai controlli sani di pari età, mentre nel Mild Cognitive Impairment (MCI) sono emersi risultati contrastanti e non conclusivi. Obiettivo di questo studio è di indagare la percezione del tempo in soggetti affetti da MA, MCI e nel disturbo soggettivo di memoria (DSM), differenziando il processo in base alla rappresentazione esogena ed endogena, al fine di individuare un marcatore comportamentale precoce di Malattia e di anticipare la diagnosi e il trattamento.

ERC
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