La ricerca si articola su due livelli e fa riferimento a due specifici ambiti scientifico-disciplinari: il livello socio-storico-politico e quello giuridico-costituzionale.
Sul piano socio-storico-politico, va rilevato che, negli ultimi 27 anni l'Albania ha assistito a diverse transizioni. Nonostante l¿impegno della comunità internazionale, e in particolar modo dell¿Ue, la transizione politica viene considerata la meno riuscita, dato che gli attori principali sono cambiati nella forma ma non nella sostanza. Il focus politologico è l'analisi delle élite.
Nel caso albanese, le élite che avevano avuto ruoli durante il regime comunista rimangono profondamente radicate nel contesto politico del paese, nella maggior parte dei casi in modo diretto e attivo e in altre circostanze in modo indiretto.
Sotto il profilo giuridico in particolare, la ricerca deve seguire almeno due filoni. In primo luogo è necessaria un¿analisi dei rapporti tra l¿UE e i suoi Stati membri e Albania, così come regolati dall¿accordo di stabilizzazione e associazione del 2006 (e dall¿accordo di riammissione del 2005).
Come è noto, il processo di adesione è basato su un rigoroso meccanismo di condizionalità (criteri politico-giuridici, ed economici), che emerge anche dalla struttura degli accordi di stabilizzazione e associazione. In questa prospettiva, le riforme e i progressi dei paesi candidati sono periodicamente valutati dalla Commissione.
Il secondo filone di studi giuridici sul tema affronterà le significative riforme che il paese sta realizzando allo scopo di allinearsi ai rigorosi criteri di rispetto dei principi dello Stato di diritto e di tutela dei diritti umani richiesti dalle istituzioni europee per dare il via libera all¿adesione. La revisione costituzionale approvata a luglio 2016 ha esplicitamente previsto di affidare ad una International Monitoring Mission guidata dalla Commissione europea il compito di supervisionare tale processo, sui cui risultati si concentrerà la ricerca.