Nell'ambito del vulcanismo alcalino-potassico del margine peritirrenico, gli studi di pericolosità vulcanica sono stati indirizzati in particolare sul Somma-Vesuvio e sull'area Flegrea. Tuttavia, studi recenti hanno evidenziato l'importanza di estendere le ricerche anche ai vulcani situati in prossimità dell'area urbana di Roma e, in particolare, ai distretti vulcanici dei Colli Albani e dei Monti Sabatini la cui attività più recente risale a 36.000 e 85.000 anni fa, rispettivamente.
Il presente progetto propone uno studio integrato vulcanologico, geocronologico e geochimico-isotopico sulle relazioni tra processi magmatici, stili eruttivi e volumi emessi in funzione del tempo nel corso dell'attività vulcanica albana e sabatina negli ultimi 150.000 anni. Le peculiarità geochimiche e petrologiche dei prodotti di questi due distretti hanno dato luogo, attraverso la formulazione di modelli ancora oggi dibattuti, a diverse interpretazioni sull'importanza relativa di processi a bassa pressione, quali ad esempio i tempi e l'intensità dell¿assimilazione crostale, rispetto ai processi `profondi', quali l'evoluzione nel tempo di una sorgente mantellica peridotitica metasomatizzata. Inoltre, l'interpretazione dell'impronta geochimico-isotopica acquisita dai magmi nel corso della loro evoluzione come effetto di fenomeni a bassa pressione o, in alternativa, come conseguenza delle caratteristiche ab origine dei magmi capostipiti è ulteriormente complicata da alcuni trend evolutivi -ad es. le variazioni dei rapporti isotopici dello Sr e del Nd- alla scala dell'intera attività dei distretti vulcanici e/o dei singoli cicli eruttivi. Il riconoscimento di eventuali comportamenti time-predictable o volume-predictable durante l'attività vulcanica dei centri eruttivi più giovani dei Colli Albani e dei Monti Sabatini potrà contribuire all'interpretazione dell'attuale fase di quiescenza con implicazioni sulla valutazione della pericolosità vulcanica.