Forme, immagini, visioni del gioco nell'arte contemporanea
"La contemporaneità ha disarticolato le apparenze rigide del gioco e ce lo restituisce nelle forme fluide del ludico", scrive Stefano Bartezzaghi ne "La ludoteca di Babele" (Utet 2016).
Ed effettivamente, la dimensione pervasiva del gioco si riversa in tutti i campi della società, non più solo nel tempo rituale, in quello dell'infanzia e nel tempo-libero (studiati in passato da Huizinga e Caillois), ma anche nel lavoro, nell'economia, nelle relazioni, nella formazione, nella creatività artistica, tanto da fa coniare la definizione "ludic turn", svolta ludica, per definire un aspetto consistente della cultura del XXI secolo.
Sulla base di queste considerazioni, la ricerca che si propone "Forme, immagini, visioni del gioco nell'arte contemporanea" intende rintracciare, studiare, organizzare un congruo numero di esempi di esperienze artistiche contemporanee - dalla fine degli anni Novanta al presente, principalmente in Italia, con affacci sul panorama internazionale - da cui possano emergere alcuni tratti della fisionomia attuale del gioco in rapporto all'arte.
Le direttrici della ricerca - che indirizzeranno via via l'organizzazione degli elementi emersi - riguarderanno: la relazione delle esperienze artistiche contemporanee con la tradizione degli studi e delle pratiche storiche; il coinvolgimento della storia dell'arte e della curatela nelle forme e nelle strutture del ludico e del partecipativo; la messa a fuoco dell'uso di termini legati al gioco e al ludico nel lessico dell'arte contemporanea.