Tecnologie produttive dell'acquedotto Traiano: una infrastruttura del passato parte integrante del presente

Anno
2019
Proponente Laura Medeghini - Ricercatore
Sottosettore ERC del proponente del progetto
PE10_10
Componenti gruppo di ricerca
Componente Categoria
Martina Bernabale Dottorando/Assegnista/Specializzando componente non strutturato del gruppo di ricerca
Silvano Mignardi Componenti strutturati del gruppo di ricerca
Paolo Ballirano Componenti strutturati del gruppo di ricerca
Caterina De Vito Componenti strutturati del gruppo di ricerca
Componente Qualifica Struttura Categoria
Francesco Maria Cifarelli Archeologo Sovrintendenza di Roma Capitale Altro personale aggregato Sapienza o esterni, titolari di borse di studio di ricerca
Marina Marcelli Archeologo Sovrintendenza di Roma Capitale Altro personale aggregato Sapienza o esterni, titolari di borse di studio di ricerca
Vanessa Forte Ricercatore McDonald Institute for Archaeological Research della Cambidge University (UK) Altro personale aggregato Sapienza o esterni, titolari di borse di studio di ricerca
Abstract

Il progetto di ricerca si pone come obiettivo la caratterizzazione minero-petrografica e composizionale dei materiali costruttivi dell'acquedotto Traiano quali malte, intonaci, laterizi, cocciopesto e frammenti di rocce vulcaniche. Inaugurato nel 109 d.C. e rimaneggiato sotto il pontificato di papa Paolo V (1605-1621), con il suo tracciato di 57 km da Bracciano fin nella città di Roma, l'acquedotto Traiano si configura come il più lungo acquedotto antico ancor oggi in uso, rifornendo le fontane monumentali di Roma, tra cui il 'Fontanone' al Gianicolo, quelle collocate a Trastevere e nello Stato Vaticano.
Per la caratterizzazione di elementi costruttivi molto diversificati che permetta di far luce sulle tecniche di realizzazione, l'approvvigionamento dei materiali e le differenze tra quelli utilizzati in epoca traianea e quelli in epoca papale è fondamentale applicare un approccio multi-analitico che includa la microscopia ottica in luce polarizzata in sezione sottile (MO), la spettroscopia Raman, la spettroscopia infrarossa in trasformata di Fourier (FTIR), la fluorescenza a raggi X (XRF), le analisi termo-gravimetriche (TGA, DTA), la microscopia elettronica a scansione con microanalisi (SEM-EDS), l'analisi mediante microsonda elettronica (EMPA) e la diffrattometria a raggi X (XRPD). I risultati permetteranno di ricostruire la natura dei materiali utilizzati, definendo le tecnologie di produzione e la provenienza, consentendo quindi di identificare i siti di approvvigionamento e definire se nel passato fossero o meno utilizzate cave di prestito.
Inoltre, l'acquisizione di dati archeometrici anche mediante strumentazioni portatili sarà utilizzata per stabilire se esistano dei parametri che permettano di distinguere senza campionamento malte e cocciopesto prodotti in età traianea da quelli rimaneggiati in epoca papale. Questo protocollo di indagine potrebbe essere utile in futuro nella ricognizione e valutazione dei tratti non ancora indagati dell'acquedotto Traiano.

ERC
SH6_3
Keywords:
GEOMATERIALI, CICLO DI PRODUZIONE DELLE MATERIE PRIME, METODI DI CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI, ARCHEOMETRIA, MINERALOGIA APPLICATA

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