Il progetto è per indagare le simbiosi culturale e le forme ibride e di compresenza di saperi umanistici e scientifici, soprattutto nella letteratura e nella teoria e pratica critica del Novecento, in ambito anglo-americano, italiano e tedesco. L¿indagine riprende il dibattitto sul problematico concetto delle ¿due culture¿ ma si propone di verificare in realtà quanto profondamente intrecciati siano i modi della conoscenza. Si indagherà la tanto la presenza della scienza e della tecnologia nell'orizzonte tematico e problematico delle arti quanto l'azione che lo sviluppo letterario e artistico ha determinato sulle forme della conoscenza scientifica (aspetto meno indagato dalla critica, ma non inosservato). Al contempo, si indagherà quanto le forme artistiche nella loro evoluzione siano state plasmate dalla visione scientifica, recependone epistemologia, lessico, forme retoriche ed espressive. In questo il discorso è anche proficuo in rapporto a una delle intersezioni più ovvie tra ambito artistico-letterario e scientifico, cioè la teoria e la pratica critica, che ambisce a status scientifico: ciò che si scrive intorno alle arti e alla letteratura è "produzione scientifica".
Se la intensità di tale rapporto caratterizza il mondo anglosassone, importante è rafforzarne le ragioni nel sistema culturale italiano, evidenziando come in esso le voci contemporanee più interessanti siano, non a caso, profondamente sintonizzate al mondo scientifico: basti ricordare C.E. Gadda, P. Levi, I. Calvino. In tal senso la prospettiva comparatista è cruciale dal punto di vista metodologico. Questo, inoltre, acquisisce più forza dalla prospettiva 'straniata' sull'oggetto di studio: docenti stranieri (di Cambridge e Bristol), si occuperanno della letteratura italiana; ricercatori e docenti italiani si occuperanno della letteratura inglese o delle teorie critiche maturate più di frequente in ambito anglosassone.