L¿ipertensione e il deterioramento cognitivo rappresentano, secondo l¿Organizzazione Mondiale della Sanità, due delle problematiche più diffuse nella popolazione adulta. Si stima che in Italia circa 15 milioni di persone abbiano una pressione arteriosa troppo elevata. L'analisi della curva della pressione arteriosa durante l'arco della giornata ha permesso di identificare dei pattern circadiani specifici, dimostrando che questa subisce una fisiologica riduzione nelle ore di sonno (dipping) che dovrebbe essere compresa tra il 10% e il 20% rispetto a quella di veglia. Tuttavia, in alcuni casi questo calo subisce delle anormali modifiche sia in difetto ( 20%; Extreme-Dipping), o non avviene e si presenta un aumento notturno della pressione arteriosa (Reverse-Dipping). A oggi, un vasto numero di studi supporta la tesi secondo la quale una minore riduzione del fisiologico calo notturno della pressione arteriosa sia associata a una prognosi peggiore. In particolare, un aumento del rischio cardiovascolare di circa il 19% è stato evidenziato per ogni incremento di circa il 5% del rapporto tra Pressione Sistolica Notturna e Diurna (Dipping Ratio). Inoltre, alcuni studi hanno identificato un'associazione tra le alterazioni del fenomeno del dipping e il deterioramento cognitivo di diversa entità. Diversi sono i fattori di rischio associati alle alterazioni del pattern dipping, tra questi si evidenziano alcune caratteristiche psicologiche quali la cattiva gestione della rabbia e la presenza di tratti ansiosi. Uno degli obiettivi di questo lavoro sarà quello di valutare se alcune caratteristiche psicologiche (es. ansia, depressione, alessitimia) possano rappresentare dei fattori esacerbanti le alterazioni dell¿andamento circadiano della pressione arteriosa. Inoltre, si vuole indagare se le alterazioni del fenomeno del dipping siano associate e/o possano rappresentare un possibile predittore di deterioramento cognitivo.