I tabacchifici della piana del Sele. Il Fortunato Farina di Battipaglia
La coltivazione del tabacco, introdotta in Italia sin dal XVIII secolo, ebbe un forte impulso che portò negli anni successivi alla Prima guerra mondiale alla coltivazione di estese superfici su tutto il territorio nazionale. Nei primi decenni del Novecento in Campania furono realizzati diversi stabilimenti per la coltivazione e la cura del tabacco che divennero presto poli di notevole importanza nello sviluppo sociale ed economico del territorio e intorno ai quali si svilupparono veri e propri villaggi operai. In particolare nella piana del Sele a partire dal 1920, con la realizzazione del tabacchificio della ditta Biagi a Pontecagnano e di quello della società agricola salernitana a Battipaglia, fu introdotta, dopo gli studi e le sperimentazioni condotte dal professor Leonardo Angeloni presso il Regio Istituto sperimentale per la coltivazione dei tabacchi di Scafati, la lavorazione del tabacco Kentucky pressato forzato. Con la crisi del settore, dopo diversi cambi di proprietà e alterne vicende i manufatti sono attualmente in disuso e versano in uno stato di abbandono e di avanzato degrado, ma costituiscono ancora oggi un'interessante rete di opifici che presentano un carattere unitario e sono espressione di un complesso di archeologia industriale ricco di potenzialità di riuso. La riconversione di tale patrimonio deve necessariamente basarsi su di un'attenta analisi delle caratteristiche costruttive, tipologiche, architettoniche, funzionali e spaziali dei manufatti, finalizzata alla conoscenza fisica dell'oggetto e alla valutazione della capacità dello stesso ad accogliere nuove funzioni. Il presente contributo nasce da uno studio relativo Tabacchificio Fortunato Farina di Battipaglia, uno dei primi realizzati nella piana del Sele, che, ampliato in diverse fasi e gravemente danneggiato durante la Seconda guerra mondiale, fu dismesso nel 1970 e dichiarato, nel 2007, bene di interesse storico artistico.