Il complesso Capranica a Roma: evoluzione e involuzione di una costruzione
Da diversi anni si assiste a una vasta e diffusa crisi del settore cinematografico che ha
portato alla dismissione o alla trasformazione di molte sale storiche; solo a Roma i cinematografi
chiusi negli ultimi venti anni sono più di trenta. Tale incremento ha contribuito a diffondere, tra
gli studiosi del settore e nell’opinione pubblica, una particolare sensibilizzazione nei confronti di questa problematica che ha portato a considerare questo ingente patrimonio costruito un bene della
comunità evidenziando la necessità di tutelarlo sia nei caratteri formali che in quelli tipologici e
strutturali. Le tematiche relative al progetto di trasformazione e valorizzazione di queste opere, che deve partire sempre dall’analisi e dalla conoscenza costruttiva del manufatto, sono, però, molteplici e complesse; spesso, infatti, la riutilizzazione di questi spazi deve passare dalla riorganizzazione degli ambienti anche in relazione alle dotazioni impiantistiche e agli adeguamenti normativi.
Il contributo illustra uno studio, condotto nell’ambito di una più vasta ricerca, relativo al cinema Capranica, una delle più importanti sale storiche della Capitale. Le vicende di questo edificio sono piuttosto complesse in quanto la sua costruzione risale alla metà del 1400 quando il cardinale Domenico Capranica scelse come luogo per costruire la propria residenza un gruppo di case situate accanto alla chiesa di Santa Maria in Aquiro. Successivamente alcune stanze della residenza vennero trasformate in sale per rappresentazioni, e nel 1694 Pompeo Capranica decise di organizzare un vero teatro. Nel 1881 la sala chiuse e fu, per un certo periodo abbandonata, fino a quando nel 1910 Giuliano Capranica intraprende i lavori per trasformarla in cinematografico. Inaugurata nel 1922, nel 2000 la sala è stata dismessa e oggi viene utilizzata saltuariamente come
sede di eventi; sarebbe auspicabile, pertanto, un intervento di riqualificazione che, partendo dalle sue stratificazioni storiche, potesse valorizzare il complesso riproponendone l’uso sulla base delle
sue indiscusse potenzialità.