Nuove città nel meridione d’Italia dopo i terremoti del XVIII e del XX secolo

02 Pubblicazione su volume
Pugnaletto Marina, Paolini Cesira

I numerosi eventi sismici che hanno colpito l’Italia e in particolare il territorio centro
meridionale, hanno costituito, spesso, l’occasione di riprogettare intere città nel loro tessuto
urbano e di introdurre, regole e soluzioni finalizzati a rendere gli edifici più sicuri.
I disastrosi terremoti che si verificavano, infatti, evidenziavano le diverse problematiche
esistenti sia in relazione alle modalità costruttive degli organismi edilizi, che venivano edificati
senza presidi antisismici, sia alla possibilità di una rapida evacuazione delle città, ostacolata
dalle strade strette e tortuose caratteristiche degli impianti medioevali.
Le commissioni incaricate di recarsi nei luoghi interessati dal sisma per redigere relazioni
descrittive dei danni subiti dagli edifici e per organizzare la ricostruzione, hanno portato ad
individuare quale tipo di soluzione costruttiva avesse resistito meglio alle scosse telluriche e
a livello urbano le problematiche da risolvere. Queste relazioni divennero lo strumento
fondamentale per definire regole costruttive e prescrizioni tese a disciplinare la costruzione
nelle aree a più alto rischio sismico. Tra le altre, molto interessanti furono le ricostruzioni
successive ai terremoti che nel 178,1905 e 1908 devastarono il Sud d’Italia.

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