Nuovi boschi urbani nei paesaggi stratificati

02 Pubblicazione su volume
Caravaggi Lucina, Imbroglini Cristina

E’ piuttosto frequente che la proposta di realizzare nuovi boschi urbani susciti diffidenza e scetticismo da parte di coloro che si occupano di tutela del paesaggio. L’immaginario della forestazione come pratica “coprente”, capace di cancellare differenze e tracce sotto l’omologante copertura vegetale, è ancora molto attivo e sembra incrociarsi con il radicato immaginario popolare della selva,connesso a percezioni collettive di paura e insicurezza.
Ma quando ci si pone di fronte ai cambiamenti che stanno trasformando profondamente le regioni metropolitane di tutto il mondo, i processi di omologazione legati ai boschi non sembrano cosi preoccupanti. La resistenza sta forse proprio nel porsi di fronte alle radicali trasformazioni in atto.
In secondo luogo non ci sono ancora, nel nostro paese, realizzazioni capaci di diffondere nuovi immaginari del bosco urbano, tali da ricondurre questo elemento –peraltro storicamente ricorrente- ai valori locali della biodiversità, alle nuove pratiche collettive all’aria aperta, alle esigenze di spostamento sostenibile.
In questa direzione molti progetti di paesaggio in corso nei territori urbanizzati di Roma hanno assunto il bosco non solo come elemento di riequilibrio ecologico ma come motore di riorganizzazione e miglioramento di spazi e attività urbane, fattore di socialità, salute, consapevolezza ambientale, economie green, etc.

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