Midsizing. Apologia della medietà?
La città media è oggi un tratto tipico della condizione urbana europea e rappresenta un’immagine, quasi stereotipata, di un determinato luogo del vecchio continente in cui il centro urbano di dimensioni contenute, spesso raccontato e “commercializzato” come “città d’arte”, a misura d’uomo e sostenibile sul piano ambientale e sociale, ci restituisce la visione di una comunità appagata e in equilibrio nella sua compiuta dimensione urbana e “umana” dell’abitare.
Quest’idea così edulcorata e conciliante, certamente non ancora così globalizzata come la rappresentazione della metropoli, potrebbe porsi anche in termini non nostalgici e retrivi, aprendo un ragionamento sul futuro, e persino arrivando ad intravedere nella midsize un antidoto alla polarizzazione mondiale della “città dei ricchi e la città dei poveri”.
Nel momento di massima crisi globale della middle class paradossalmente potrebbe essere proprio la normalità “ordinaria” delle città media, in maniera tutt’altro che timida o remissiva, a restituire unità e leggibilità alla propria figura, ponendosi così in antitesi da un lato all’inevitabile frammentarietà dell’infinita metropoli contemporanea, dall’altro a contrastare - attraverso la sua forma e identità – la genericamente “non-forma”, isotropa ed estensiva, della città diffusa a bassa densità.