Il paesaggio italiano come patrimonio esteso: il caso della bassa valle del Nera

04 Pubblicazione in atti di convegno
Toppetti Fabrizio

In occasione di questo forum che gli amici organizzatori hanno voluto dedicare al tema del patrimonio e alle possibili declinazioni che esso può assumere all’interno del progetto di architettura, ho pensato di presentare i risultati parziali di un lavoro di ricerca, prossimo alla conclusione, su un paesaggio (quello della bassa valle del Nera compreso tra la Cascata delle Marmore e Orte) straordinario e però trascurato che merita attenzione e cure. È bene chiarire subito che lo sguardo analitico, inclusivo, necessariamente trasversale rispetto alle discipline, che abbiamo adottato, è informato da un unico obiettivo sintetico che tutto unisce. Esso riguarda la possibilità, a partire dalla ricapitolazione selettiva della filogenesi, di prefigurare mediante indirizzi, correttivi e azioni (materiali e immateriali), scenari diversi rispetto al presente e alla proiezione evolutiva di un territorio dato, altrimenti darwinisticamente affidata a quel disordine ordine con il quale si susseguono gli eventi (naturali o antropici), in assenza di programmazione. Ridefinendo materiali, pesi, misure e relazioni tra le parti, valorizzando livelli sommersi o frustrati del palinsesto, è possibile ri-costruire un’armatura territoriale capace di prefigurare assetti futuri compatibili con le regole della longue durée che hanno agito nel conformare il paesaggio, esito contingente della stratificazione e della sedimentazione dei segni.

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