La dispersione delle iscrizioni ostiensi sulle coste tirreniche
La dispersione e il reimpiego delle spoglie di Ostia sono fenomeni molto indagati. La
novità del contributo risiede in alcune ipotesi relative a entità e dinamiche dei reimpieghi
e nel fatto che il riuso di materiali ostiensi nell’area tirrenica qui indagata sembra cominciare
assai prima di quanto comunemente si creda, vale a dire già in epoca tardoantica.
L’individuazione di alcuni criteri discriminanti (tipologici, onomastici, formulari) rispetto
all’epigraphic habit locale e un’indagine parziale condotta su alcuni centri della costa tirrenica
ha consentito di individuare nei siti di Civitavecchia, Gravisca, Isola del Giglio, Pisa
e alcune località della Sardegna, tra cui Tergu, materiale di sicura o assai probabile provenienza
ostiense (o urbana: in alcuni casi è impossibile precisare). Ne è emerso un quadro
in cui il riutilizzo del materiale ostiense si è sviluppato lungo direttrici che si sono ampliate
nel tempo e nello spazio: dalla prima redistribuzione per motivi utilitari in territori
circumvicini in epoca tardoantica si è poi passati alla valorizzazione ‘politico-religiosa’
fattane da Pisa nei secc. XI e XII in città, nel contado e nei possedimenti insulari.