reimpiego

Il reimpiego a Roma nell’alto medioevo. Osservazioni dal complesso di San Paolo fuori le Mura

Il recupero archeologico di un articolato complesso sviluppatosi prevalentemente tra l'VIII e il X secolo nell'area a sud della basilica di San Paolo fuori le mura ha offerto l'occasione per un riesame sulle pratiche del reimpiego nelle costruzioni di Roma nell'altomedioevo. Alcune strutture coprono una cronologia ravvicinata nell'arco dei decenni dell'VIII secolo e la loro comparazione fa intuire alcune modifiche nell'organizzazione delle pratiche di riciclo dei materiali, dalla spoliazione dei monumenti antichi alla rimessa in circolazione e in opera.

La cripta di S. Francesco a Vetralla Reimpiego e fruizione degli spazi

Ciò che colpisce le chiese medievali della Tuscia è l'altissimo numero di colonne reimpiegate sia all'interno delle navate sia nelle cripte. Spesso sono proprio le colonne a conservarsi nella posizione originaria nonostante gli edifici in cui sono messe in opera abbiano subito modifiche e trasformazioni. Il contributo si occupa della spoliazione dei monumenti antichi e del reimpiego delle colonne; le modalità del reimpiego delle colonne; il valore che tali elementi conservano anche in epoca post-antica.

Materia e memoria in architettura: il reimpiego dell'antico

Lo studio sul recupero e sul reimpiego e riciclo dei materiali e di elementi e parti di costruzioni più antiche in architettura costituisce un settore di ricerca fortemente connesso con molti ambiti disciplinari e legato, d’altro lato, alla contemporaneità, che si occupa, soprattutto da alcuni decenni, del tema del riuso e dell’autocostruzione riprendendo le tematiche, in senso lato, del reimpiego e del riuso delle preesistenze nel passato.

La dispersione delle iscrizioni ostiensi sulle coste tirreniche

La dispersione e il reimpiego delle spoglie di Ostia sono fenomeni molto indagati. La
novità del contributo risiede in alcune ipotesi relative a entità e dinamiche dei reimpieghi
e nel fatto che il riuso di materiali ostiensi nell’area tirrenica qui indagata sembra cominciare
assai prima di quanto comunemente si creda, vale a dire già in epoca tardoantica.
L’individuazione di alcuni criteri discriminanti (tipologici, onomastici, formulari) rispetto
all’epigraphic habit locale e un’indagine parziale condotta su alcuni centri della costa tirrenica

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma