Note, riflessioni e prospettive della cooperazione archeologica nelle aree di crisi del Vicino Oriente
Lo stato di crisi in cui versano oggi molti dei paesi del Vicino Oriente, crisi causata prima dai movimenti di resistenza politica e pacifica (ai più consolidati regimi locali), e poi dall'azione distruttiva e terroristica delle bande armate del Daesh (al- Dawla al-Isl?miyya), che hanno indotto la formazione dello Stato Islamico (ora ri- stretto ai territori compresi tra la Siria settentrionale e l'Iraq centro-settentrionale) è l'unico, purtroppo ineludibile, dato storico della nostra contemporaneità con il quale si sta confrontando in primis la politica estera internazionale, e dunque anche quella del nostro Paese. Questa crisi, che ha coinvolto tutti gli stati di quel Medio Oriente diviso a seguito dei negoziati Sykes-Picot del 1916, è una delle espressioni più dirette della guerra sulle cui ragioni si dibatte, in Europa e nel resto del mondo, ormai dai diversi anni. Due sono le posizioni principali e divergenti, quella che ha sostenuto e sostiene politicamente l'a- zione dei regimi locali al mantenimento degli equilibri transnazionali (postcoloniali), e quella che invece interpreta l'opposizione alle medesime dittature come movimento di resistenza spontanea (della quale avrebbero poi abusato anche le bande terroristiche degli integralisti religiosi).