Istituzioni democratiche e tensioni sociali. Dalla polis ellenistica alla città imperiale

04 Pubblicazione in atti di convegno
Thornton John

Dopo aver passato in esame il dibattito contemporaneo intorno al carattere delle democrazie ellenistiche, si illustra l’aspra contesa fra radicali e moderati sulla definizione del campo della democrazia (§ 1). Quindi, si passa ad analizzare il contributo che possono apportare a queste indagini le Storie di Polibio, indagando il giudizio dello storico su alcune esperienze politiche alle quali Polibio negava ‘il più bello dei nomi’, quello appunto di libertà e democrazia, per condannarle piuttosto come oclocrazie o tirannidi. Nonostante la condanna di Polibio, nelle città ellenistiche le istituzioni democratiche si rivelano ancora capaci di decise politiche sociali in favore della massa dei cittadini privi di risorse (§ 2). Contrariamente a quanto si è sostenuto anche di recente, si può rilevare dunque la persistente presenza di tensioni sociali nel corso dell’età ellenistica (§ 3), e la ferma determinazione delle masse degli áporoi a difendere i propri interessi e l’assetto istituzionale più idoneo a garantirli. Alla luce di questi risultati, si riprende l’analisi del decreto di Maronea rinvenuto a Samotracia, rafforzandone con nuovi argomenti e raffronti l’interpretazione già propostane nel 2008: le misure prese dall’assemblea della città trovano spiegazione nell’ambito delle strategie elaborate dalle democrazie per sfuggire alle lentezze procedurali e difendersi tempestivamente in caso di minaccia, e non segnano la rinuncia del dêmos ai poteri esercitati in assemblea. Il decreto di Maronea dunque non documenta il passaggio alla città imperiale, ma piuttosto la tenace ed ingegnosa difesa dei valori della libertà e della sovranità, attraverso le forme istituzionali democratiche, fino in età giulio-claudia (§ 4).

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