Metamorfosi del mito di Deucalione e Pirra nella “nuova età ovidiana”
Il contributo prende in esame alcune riprese del mito di Deucalione e Pirra nelle riscritture delle Metamorfosi di questi ultimi anni, coincidenti con quella che è stata definita la «nuova età ovidiana»: nella poesia Deucalion and Pyrrha di Christopher Reid nella raccolta After Ovid (1994) la narrazione in pochi versi dell’episodio che in Ovidio ne occupa diverse decine suggerisce, di per sé, la scelta di poetica che è alla base dell’intera raccolta e di quasi tutte le riscritture contemporanee delle Metamorfosi, che propongono una versione ‘frammentaria’ e (volutamente) disorganica del poema ovidiano; nei Tales from Ovid (1997) di Ted Hughes, la soppressione dell’episodio è uno dei principali fattori che determinano la lettura delle Metamorfosi in chiave ‘pessimista’ propria della traduzione/riscrittura dell’Autore, nella quale la sequenza di apertura si chiude con il diluvio e l’assenza dell’episodio di Deucalione e Pirra determina in tal modo una sorta di effetto paradigmatico ‘in negativo’, ottenuto per sottrazione piuttosto che per accostamento; nel romanzo Der letzte Welt (1988) di Christoph Ransmayr, infine, il mito – oltre ad essere esplicitamente ripreso e ‘decostruito’ – viene anche (e soprattutto) indirettamente rovesciato in quel vagheggiamento della pietrificazione «come riscatto, come grigio cammino nel paradiso dei ghiaioni, dei circhi glaciali e dei deserti» nel quale si risolvono il rifiuto della socialità e la ricreazione del mondo attraverso il potere magico-sciamanico della parola poetica, che costituiscono il principale assunto del romanzo.