Le due Americhe

01 Pubblicazione su rivista
De Nardis P., Alteri L.
ISSN: 1120-4036

Si può parlare di una vera e propria crisi della democrazia liberale quando sono sotto scacco le organizzazioni statali più ampie e complesse. Da qui si deduce che governare è sempre più difficile, non perché siano richieste competenze e qualità in passato non invocate, ma perché le aspettative dei cittadini vengono puntualmente tradite da chi si presenta come “il nuovo” e “il cambio”, ma poi si allinea alle basse prestazioni dei suoi predecessori. La politica annaspa ma l'economia, paradossalmente, non ne risente, dato che a un governo instabile non corrisponde un paese bloccato. Il potere da tempo è passato nelle mani degli attori finanziari, mentre la classe politica svolge solo un ruolo testimoniale. Il vento populista, tendenzialmente conservatore e nazionalista, continua a soffiare, nonostante la prova del governo sia stata negativa per tanti populisti. L'istituto del partito politico stenta a consolidarsi e a porsi come effettivo argine e mediazione rispetto a una relazione diretta tra le masse e il leader carismatico. Da qui l'esistenza di “due americhe”, non quella settentrionale vs quella meridionale ma quella delle classi privilegiate vs quella dei subalterni e dei ceti popolari, in un regime di netta contrapposizione che tende a a tracimare anche nel continente europeo.

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