Le discriminazioni fiscali e gli aiuti di Stato nel diritto dell’Unione europea

03 Monografia
Orlandi Maurizio

In un mercato europeo, divenuto ormai “interno” da molti anni, il fattore fiscale assume un ruolo determinante per la competitività dei sistemi economici e produttivi degli Stati membri i quali, tuttavia, non sono più completamente liberi nel condurre le proprie politiche tributarie. In effetti, se il riparto delle competenze tra Stati membri e Unione europea è, in questa materia, netto, nella pratica si registrano delle significative “incursioni” sulle attribuzioni nazionali, anche quelle qualificabili come esclusive.
Più specificatamente, in materia fiscale, l’autonomia del legislatore nazionale trova una doppia limitazione che gli deriva da un lato, dalla rigida applicazione del principio di non discriminazione e, dall’altro, dall’inflessibile applicazione della disciplina degli aiuti di Stato.
Nel volume vengono approfondite tali complesse relazioni ed, in particolare, viene fatto cenno ai meccanismi di armonizzazione e di ravvicinamento delle legislazioni fiscali sinora introdotti e quindi viene analiticamente descritta l’applicazione del principio di non discriminazione, nelle sue diverse declinazioni.
Ampio spazio viene inoltre dedicato all’impatto prodotto dalla disciplina degli aiuti di Stato sui sistemi fiscali nazionali ed, in questo contesto viene dedicata particolare attenzione all’analisi delle modalità di riscossione dei crediti vantati dallo Stato nei confronti delle imprese, al sistema degli interpelli (o tax ruling), dei prezzi di trasferimento (transfer pricing) e degli accordi preventivi in materia di prezzi di trasferimento (Advance Price Agreements). Nei richiamati settori, infatti, la Commissione ha recentemente adottato una serie di Decisioni (la Apple, Starbucks, Fiat Finance and Trade) che pongono dei delicati problemi giuridici e che sono state contestate davanti al Tribunale UE.

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