Ermeneutiche del soggetto cartesiano
Tra l’inizio degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Settanta si è svolto un confronto tra Jacques Derrida e Michel Foucault
divenuto ormai famoso. Al cuore di questo dialogo a distanza c’è una divergente visione del rapporto tra follia e ragione. Le due posizioni
si definiscono attraverso un’interpretazione di Descartes che non solo ha segnato una separazione netta tra i due percorsi, ma che ha anche portato alla luce un differente ruolo attribuito da ciascuno al soggetto nel discorso filosofico e in quello politico. Vorrei provare a mostrare questa differenza, nell’intento di far emergere una via in ultima istanza alternativa a entrambi i paradigmi a cui è per lo più legato, oggi, il nome dei due autori: alternativa, cioè, tanto alla decostruzione, quanto alla biopolitica.
Per fare questo proverò a seguire tre tappe. In primo luogo, cercherò di soffermarmi sulla critica di Derrida a Foucault. Quindi, muovendo dal libro di Gilles Deleuze su Foucault, proverò a delineare un percorso differente rispetto a quello proposto da Derrida.
Infine, mi soffermerò sulla risposta di Foucault a Derrida alla luce dei suoi ultimi lavori sull’«ermeneutica del soggetto».