L'esecuzione delle sentenze della Corte internazionale di giustizia nel sistema dell'ONU
L’esame del meccanismo di esecuzione coattiva delle sentenze della Corte internazionale di giustizia disciplinato dall’art. 94, par. 2, della Carta, in passato oggetto di notevole attenzione da parte della dottrina, nel tempo ha progressivamente perso rilievo in ragione della scarsità della relativa prassi applicativa. Alcuni episodi recenti però inducono a riconsiderare il tema dell’esecuzione delle sentenze della Corte internazionale di giustizia all’interno del sistema dell’ONU. Il fatto che nelle situazioni di mancata o solo parziale attuazione delle sentenze le parti vincitrici non abbiano (o non abbiano ancora) investito della questione il Consiglio di sicurezza non fa, infatti, necessariamente venir meno la possibilità di ricorrere a tale opzione. Allo stesso tempo, se le cause del mancato funzionamento del meccanismo di attuazione coercitiva delle sentenze vanno senz’altro rintracciate nei limiti intrinseci della disciplina prevista dall’art. 94, par. 2, appare allora a maggior ragione necessario individuare altri strumenti in grado di garantire o facilitare l’adempimento delle sentenze, valorizzando le indicazioni desumibili in tal senso dalla prassi. Il presente contributo intende fornire alcune brevi considerazioni su entrambi questi aspetti. Innanzitutto saranno esaminati i casi di invocazione dell’art. 94, par. 2, della Carta; quindi ci si soffermerà sul possibile contributo degli organi dell’ONU diversi dal Consiglio di sicurezza all’attuazione delle sentenze della Corte internazionale di giustizia. L’analisi consentirà di evidenziare la necessità di ripensare il ruolo del Consiglio di sicurezza in materia di attuazione delle sentenze della Corte internazionale di giustizia, privilegiando forme di esecuzione “assistita” invece che “forzata”, come è nello spirito dell’art. 94, par. 2.