Multiculturalismo e rappresentanza

01 Pubblicazione su rivista
Armellini Paolo
ISSN: 2281-3306

Le odierne società liberaldemocratiche hanno incontrato da diversi decenni in Occidente il fenomeno della presenza di diverse gruppi culturali, linguistici e religiose, fra loro spesso estranei. La riflessione teorico-politica attuale deve confrontarsi col multiculturalismo inteso come politica di riconoscimento delle differenze da parte delle istituzioni. La cittadinanza moderna, legata allo stato moderno culturalmente omogeneo, è entrata in declino. Si è avvertita cioè la necessità da parte delle liberaldemocrazie di relazionarsi alle culture altre in modo da non escluderle dal processo deliberativo, senza che i gruppi culturali si chiudessero a loro volta nella loro identità etnica. La versione comunitarista del multiculturalismo ha sottolineato che l’individuo indipendente e autonomo è astratto ed esiste sempre in un contesto; la versione liberale ha riconosciuto i diritti collettivi come una ricchezza che permette un’ampia scelta di stili di vita, ma li ritiene strumentali al diritto soggettivo degli individui; la versione postliberale considera i diritti soggettivi delle persone come fondamentali ma riconosce fra essi anche i diritti collettivi come diritti umani. Ciò che emerge dal dibattito è la problematizzazione di una concezione essenzialistica e fissista delle culture.

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