L’Italia e la neutralità greca (1914-1917)
L’inizio della Prima Guerra Mondiale rappresentò come noto per l’Italia un momento cruciale, ponendo il paese di fronte a scelte difficili e decisive per il proprio futuro e per suo il ruolo internazionale. Sotto questo punto di vista, la questione della neutralità ellenica rappresentava senza dubbio un aspetto non secondario sia per le sue ricadute in termini strategici sia per la rilevanza rispetto a questioni di diretto interesse italiano come l’Albania, le isole dell’Egeo e l’Anatolia. Sul futuro di Grecia, Macedonia e Albania si giocò infatti in quegli anni una partita di grande importanza per gli interessi italiani.
Il presente contributo, partendo dall’analisi della documentazione diplomatica, intende ricostruire la linea seguita dalla diplomazia italiana nei confronti della Grecia a partire dalla Crisi di luglio, attraverso il periodo di neutralità italiana, per giungere poi alla fase successiva al maggio del 1915, con l’ingresso in guerra dell’Italia e il progressivo coinvolgimento nello scacchiere balcanico. La tormentata neutralità greca tra il 1914 e il 1917 rappresenta il filo conduttore di questo lavoro, nelle sue diverse fasi emergono le costanti e le variabili della politica italiana nella regione e vengono messe in luce le distanze e le diffidenze tra Roma e gli altri membri dell’alleanza nel corso della conflitto; distanze che sarebbero poi esplose in tutta la loro ampiezza durante la Conferenza della pace di Parigi.