Il corpo politico delle città
Piazza Navona è solo un frammento extra-ordinario di un processo che viaggia parallelamente alla propagazione del virus o alla sua laten- te e onnipresente minaccia, e che non riguarda il passeggero fenomeno di costume, ma la possibilità di ripensare radicalmente la città storica come patrimonio comune, anche nella sua veste ordinaria: «luogo fisico abitato nell’hic et nunc» capace di «accogliere la vita prosaica e demitizzata della città di tutti i giorni». (Raitano, 2020)
Di fronte alla momentanea mummificazione dell’intera città, ci siamo accorti che il principale discrimine tra il centro e i margini è il grado di separazione, misurato in termini di componenti fisiche tangibili, tra lo spazio pubblico e lo spazio privato, tra la polis e l’oikos, tra lo spazio dell’azione politica e lo spazio della vita riproduttiva.