Teens’ Voice 2018/2019 Percezioni di sé e della società Opinioni e consigli per la scuola
Per il quinto anno consecutivo, i Saloni dello studente Campus sono stati sede della ricerca Teen’s Voice, che si propone come osservatorio di ascolto dei giovani in uscita dalla scuola secondaria di secondo grado. Dare voce ai giovani vuol dire ascoltare in modo attivo, nel nostro approccio proponendo domande e problemi che generino risposte interessanti.
Negli anni, l’osservatorio ha avuto modo di intervistare circa 7000 giovani su molteplici tematiche relative ai valori, alle loro letture, alla loro percezione del contesto di vita, ai loro modelli di riferimento, all’esperienza di alternanza scuola lavoro, alle loro aspettative per l’università e per il lavoro. Le ricerche sono state condotte con questionari somministrati online durante i saloni. Dato il rilievo positivo di diversi aspetti emersi, nella preoccupazione che il fatto di rendersi disponibili a rispondere realizzasse una selezione positiva degli intervistati, nel 2015 è stato effettuato un controllo su un campione di circa 700 studenti della stessa età intervistati nelle loro classi, senza trovare differenze significative nelle risposte ai questionari utilizzati.
Negli anni, gli strumenti di rilevazione sono cambiati, mantenendo alcuni ancoraggi e introducendo di volta in volta nuove tematiche. Il progetto di ricerca nasce con l’obiettivo di realizzare un Osservatorio che considera una popolazione particolare: gli studenti di ultimo o penultimo anno delle scuole secondarie superiori impegnati in una attività abbastanza informale e, dunque, nelle condizioni migliori per
esprimersi liberamente.
Il lavoro non ha pretesa di realizzare un campione rappresentativo, poiché i ragazzi che si fermano nello stand allestito presso i saloni Campus Orienta e si rendono disponibili a partecipare alla ricerca non possono essere considerati rappresentativi dell’intera popolazione dei ragazzi che partecipano al Salone e, tantomeno, dei giovani italiani della loro età. Tuttavia, l’alto numero di ragazzi intervistati ha consentito una lettura interessante di alcuni aspetti degli atteggiamenti e dei valori con cui i ragazzi escono dalle scuole secondarie superiori e si apprestano ad inserirsi nella società come studenti universitari o come lavoratori. Negli anni, il lavoro ci ha consentito di realizzare una lettura della realtà giovanile che ci ha riservato non poche sorprese in positivo. Ci ha permesso di rivedere molti luoghi comuni rispetto ai giovani che si affacciano agli studi universitari e al mondo del lavoro e anche molti luoghi comuni rispetto al ruolo che la scuola ha svolto nella loro preparazione. L’avere messo in luce la qualità dei modelli valoriali dei giovani e delle loro aspettative nei confronti della società, del lavoro, della convivenza civile rimanda anche ad una scuola secondaria ancora capace di insegnare il gusto di una buona lettura, di far appassionare i ragazzi a qualche pagina di storia o di letteratura, al rispetto per la scienza. Queste disposizioni valoriali, tuttavia, non evitano che i ragazzi percepiscano i loro contesti di vita come privi di attenzione alle cose in cui credono e poveri di opportunità. In questa prospettiva, nelle indagini precedenti è emersa con forza la questione meridionale con i giovani del Mezzogiorno che denunciano contesti di vita molto più poveri di opportunità di quelli, comunque denunciati dai loro coetanei, del Centro Nord. Nel 2017/18, inoltre, abbiamo verificato come gli studenti siano influenzati dai media che danno una immagine di come vanno le cose nel mondo non rispondente ai fatti e assai più negativa della realtà. Come ha sostenuto Hans Rosling (2010), i media tendono a veicolare l’idea che il cambiamento non è possibile e a non far percepire la possibilità di impegnarsi per realizzarlo. Inoltre, sempre nel 2017/18 abbiamo cominciato a studiare la autopercezione delle soft skill da parte degli studenti intervistati. Nel 2018/2019, sono stati presi in consider