Materiali per un’architettura sensoriale
La naturale propensione del progettista tesa a integrare il momento tecnico-produttivo con quello progettuale sul piano della sperimentazione estetica e funzionale, si muove su diversi livelli: quello della percezione – che rivaluta il rapporto dei sensi nell’esperienza reale delle cose e dei materiali; quello dei significati – che coglie l’importanza della dimensione culturale e concettuale del rapporto con la tecnologia; quello del linguaggio con cui prefigura nuovi scenari. Muovendosi tra questi livelli, il progettista ha dunque la possibilità di immaginare non solo nuovi artefatti e stili di vita, ma anche nuove interpretazioni della qualità della materia sia attraverso la sapiente gestione degli aspetti tecnologici, sia attraverso il progetto delle sue caratteristiche percettive come il grado di morbidezza, l’odore, la traslucenza, la porosità, contribuendo di fatto alla stessa evoluzione del panorama dei materiali per il progetto1. È questo quello che chiameremo “approccio creativo”2 (M. Ferrara & S. Lucibello, 2012) ai materiali per il design, mettendo così l’accento su quella particolare capacità progettuale che il designer ha di immaginare nuovi prodotti interpretando e guidando l’innovazione, anche a partire/o per arrivare dal/al materiale. Il materiale e la sua superficie rappresentano il tramite tra noi e l’artefatto. Attraverso il materiale veniamo a scoprire e a dare un carattere a ciò che tocchiamo, vediamo, immaginiamo, moltiplicandone i significati e plasmandone al tempo stesso forma e funzione. Negli ultimi anni però, l’innovazione nel campo dei materiali ha subito un’accelerazione tale da determinare una vera e propria rivoluzione che ha investito anche il campo del progetto per la rapidità, per l’ampliarsi e per l’amplificarsi di queste trasformazioni.