Oltre il Trianon. L'Ungheria e il Trattato di Rapallo
Per secoli ambita a causa della sua posizione geografica e della presenza in città di un importante cantiere navale, alla fine della Grande Guerra Fiume si ritrovò al centro di un’aspra contesa tra Roma e Belgrado. Al tempo stesso la città era stata parte del Regno d’Ungheria e il suo destino era seguito con attenzione anche a Budapest. In realtà, a differenza di altri territori la città assumeva però un valore politico che andava al di là delle tendenze revisioniste. Nel caso di Fiume infatti la vera questione non era un suo ritorno all’Ungheria – anche vista la limitatissima presenza magiara in città – ma la possibilità che la contesa tra italiani e jugoslavi per il suo possesso potesse risultare utile all’Ungheria per garantirsi il sostegno dell’Italia, unica grande potenza che avrebbe potuto favorire gli interessi ungheresi. Il Trattato di Rapallo, chiudendo la disputa sul confine orientale italiano e su Fiume rappresentò un momentaneo riavvicinamento tra Italia e Regno dei Serbi, Croati e Sloveni; un’inattesa e pericolosa svolta che gli ungheresi non potevano accogliere con tranquillità e che rischiò di mettere in crisi i rapporti con Roma. Il Trattato di Rapallo e le sue conseguenze andava oltre i trattati di Saint-Germain e del Trianon, ne rappresentava il naturale completamento e al tempo stesso avrebbe potuto essere l’inizio di una nuova fase politica che Budapest non poteva permettersi di ignorare.