L’Edizione nazionale del De prospectiva pingendi: un approccio filologico ai disegni del trattato The National Edition of De Prospective Pingendi: a Philological Approach to the Drawings in the Treatise
Si è recentemente conclusa l’imponente opera editoriale relativa all’Edizione nazionale del De prospectiva pingendi di Piero della Francesca (Sansepolcro 1410 ca.-1492), promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del
Turismo (MiBACT) e dalla Fondazione Piero della Francesca. L’opera, edita dall’istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, costituisce il terzo lavoro portato a compimento di quel grande progetto che è l’Edizione nazionale degli Scritti di Piero della Francesca.
Nel 1942 era uscita l’edizione critica del De prospectiva pingendi di Giusta Nicco Fasola, lavoro certamente importante ma che non teneva conto di tutti i testimoni esistenti, ovvero del confronto tra le molte versioni del manoscritto,
alcune in volgare, altre in latino, mentre l’interesse dei linguisti per gli scritti di Piero era legato proprio alla peculiarità della lingua da lui utilizzata, un toscano distante dal fiorentino con sfumature umbre.
L’esigenza di un approccio filologico ha portato nel 1985, alla ripresa del lavoro sui testi del pittore e trattatista burgense e nel 1995 si è avuto il primo esito delle ricerche con la pubblicazione
del Libellus de quinque corporibus regularibus. Ogni Edizione nazionale affronta un lavoro ciclopico, meticoloso e di indiscusso contenuto scientifico: un lavoro di elevatissimo interesse nazionale frutto di un importante investimento pubblico in termini di risorse ma, soprattutto, di
attese.