Le strutture metalliche del Palazzo di Giustizia di Roma nei disegni di Guglielmo Calderini
Il contributo intende riferire sui disegni di progetto, attribuibili a Guglielmo Calderini (1837-1916) e risalenti alla fine del XIX secolo, redatti per la realizzazione delle strutture di orizzontamento del Palazzo di Giustizia di Roma (1889-1911).
Nell’esecuzione, coerentemente con le logiche formali prevalenti in quel momento, le strutture metalliche sono state nascoste alla vista; di conseguenza, l’esame dei disegni consente di rivelare un aspetto poco noto della costruzione, associata soprattutto alle ingenti masse murarie delle poderose strutture verticali.
In effetti, negli elaborati presi in esame, risulta di particolare interesse sia la descrizione dettagliata dei materiali sia la rappresentazione delle travature metalliche, profilate o ottenute componendo sagome elementari di produzione industriale.
La ricerca archivistica, approfondita da Ninarello nell’ambito della tesi di Dottorato, ha evidenziato, attraverso l'analisi della copiosa documentazione esecutiva, l'articolazione delle strutture dei solai e consente di riscontrare la particolare competenza dell’Architetto nell'adozione delle strutture metalliche.
Esse appaiono adottate nei controsoffitti e nei solai per costituire l’armatura primaria orizzontale, ovvero le travature d’imposta degli orizzontamenti costituiti da volte laterizie. Una articolata struttura orizzontale sostenuta dall’ossatura verticale, rigorosamente muraria, caratterizzata da nuclei laterizi rivestiti da imponenti blocchi lapidei. Si tratta, a nostro parere, di una declinazione evolutiva della tipologia già adottata da Alessandro Antonelli, Crescentino Caselli, Raffaele Canevari con esiti sempre particolari e specifici dell’evoluzione del sistema costruttivo basato su fulcri murari (anziché setti) e volte, innervato e contenuto da un telaio orizzontale metallico.
L’analisi della documentazione, ricca e diffusa in diversi archivi, consente di integrare gli studi pubblicati sull’edificio che, pur analizzando molti aspetti del palazzo della Cassazione, raramente entrano nel merito degli aspetti strutturali e tecnologici. In tal modo, si recupera la natura tecnologicamente avanzata della costruzione, quasi oscurata dall'aspetto murario massivo, tradizionale e volutamente ieratico per la funzione di rappresentanza affidata alla sede della Giustizia del nuovo Stato italiano.
Di conseguenza risulta possibile inserire questa sede tra i maggiori e significativi esempi di edifici post unitari che contribuiscono all’introduzione nel settore edile di aspetti innovativi che svecchiano le tradizionali procedure costruttive, inserendo le nuove produzioni metalliche industriali, seppur mantenendo significativi riferimenti al cantiere storico nell’adozione delle strutture murarie declinate in forme magniloquenti e classicheggianti. Rispetto ad esempi precedenti, in questo caso la struttura e la forma stabiliscono una dialettica complessa in cui il gigantismo dell’edificio è sostenuto da una spericolata articolazione delle armature composte.