Architetture per lo spettacolo e città tra Ottocento e Novecento. Proposte per una nuova identità urbana

04 Pubblicazione in atti di convegno
Turco Maria Grazia

L’articolo s’inserisce nel filone d’indagine sulle architetture dei teatri e dei luoghi dello svago, per approfondirne trasformazioni e sviluppi tra Ottocento e Novecento. Negli anni di passaggio tra i due secoli la vita teatrale, caratterizzata da grande vivacità intellettuale, determina profondi mutamenti sono solo nell’impostazione architettonica e costruttiva di tali strutture, ma anche nella riorganizzazione della città e nella pianificazione delle aree di espansione.
Molti centri urbani si dotano di complessi per lo spettacolo, ormai simbolo dell’edificio collettivo a servizio della società; si tratta di una progettazione caratterizzata ancora da retaggi del passato, ma stimolata da influenze diverse - politiche, sociali e linguistiche - incentrate nella definizione di proposte espressione di una nuova identità urbana e sociale.
In Italia, dove quasi tutti i centri urbani hanno un teatro, con l’Unità nazionale si assiste a un rinnovato fervore; nello specifico, a Roma, dopo il trasferimento della Capitale, si verifica una frenetica attività edilizia volta a ridisegnare il tessuto urbano per adattarlo a nuovi compiti politici e amministrativi. Tale processo di trasformazione diviene occasione per definire nuove strutture per lo svago, organismi questi sorti quasi interamente per iniziativa dell’imprenditoria privata e localizzati, per lo più, nelle diverse aree di espansione della città dove diventano i ‘segni forti’ ed elementi di aggregazione.

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